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Shizo Kanakuri è l'atleta considerato il padre della maratona in Giappone, può vantare il peggior record di sempre in maratona, ma questo gli rende merito e vi spiegheremo il perché.
Durante la maratona di Stoccolma corsa nelle Olimpiadi del 1912 sulla distanza di 40,2 km e non sulla distanza successivamente adottata di 42,195 km, grazie ad una raccolta fondi organizzata dalla scuola superiore di Tokio (oggi università di Tsukuba) riesce a prenderne parte un impavido Shizo Kanakuri, di mestiere professore. Buona parte della somma servì per pagare il viaggio di Kanakuri, che partendo da Shinabashi per Tsuruga proseguì per Vladivostok dove finalmente prese la transiberiana per Mosca. Dopo 18 giorni di viaggio, il 2 giugno, arrivò a Stoccolma.
La gara si svolse il 14 luglio in condizioni meteorologiche particolarmente difficili per l'elevata temperatura (32º) e per l'assenza, come d'uso per il rigido regolamento dell'epoca, di ristori durante la corsa; il portoghese Francisco Lazaro perse addirittura la vita a causa della disidratazione. Shizo Kanakuri riuscì a mantenere un buon ritmo di gara (era accreditato della migliore prestazione mondiale dell'epoca: 2h:32m:45s - la gara sarà vinta con un tempo di oltre quattro minuti superiore) posizionandosi alla testa della corsa accanto al sudafricano McArthur, il vincitore finale della Maratona, che verrà accusato dal suo connazionale Gitsham di aver violato il patto di attenderlo mentre si dissetava. Al 30º km circa, ancora in buona posizione, Shiro Kanakuri si fermò per bere, pare un bicchiere di succo di lampone (altre fonti indicano di arancia) offertogli da uno spettatore che osservava la gara dal proprio giardino, nei pressi del paese di Solletuna. Il caldo e la spossatezza lo indussero ad accettare l'invito di riposarsi per qualche minuto al fresco all'interno della casa. La sosta gli fu fatale: sedutosi su una poltrona si addormentò profondamente. Al suo risveglio la gara era finita da molte ore e la polizia, allertata dai giudici di gara, lo cercava lungo tutto il percorso. Alla fine fu dichiarato scomparso, e in Svezia non si ebbero più notizie di lui. Erano altri tempi e per la vergogna il nostro professore rientrò in patria nell'anonimato, tornando al suo lavoro in una sperduta cittadina giapponese.
Quel che è certo è che il suo nome rimase proverbiale in Svezia e nel 1962 un giornalista della televisione svedese venne mandato in Giappone per scoprire che fine avesse fatto. Lo trovò, pare che insegnasse geografia nella città natale di Tamana. Nel 1967 in occasione del 55º anniversario dei Giochi olimpici venne invitato a Stoccolma per concludere la sua Maratona. Il settantaseienne atleta riprese a correre da dove, oltre mezzo secolo prima, si era addormentato e tagliò infine il traguardo fermando il cronometro sul tempo irripetibile di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi. A lui il merito di aver corso allo sfinimento una gara durissima credendo nello sport e nella fatica in tempi nei quali in pochi potevano "perdere" tempo (e quanto!) in queste cose.
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