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La rete e i social sono lo spazio dedicato ai trionfi sportivi, alle piccole grandi imprese che ognuno di noi porta a compimento. Bene, questo è un racconto di tutt'altro genere. Già l'anno scorso ho provato a preparare una maratona ma, causa malanni e acciacchi, dovetti accontentarmi di correre una 30 Km. Questo doveva essere l'anno buono, preparazione iniziata per tempo e motivazione a mille, perché la destinazione era Maratona di Atene, quella originale, storica. Purtroppo anche quest'anno arrivano gli acciacchi, il lavoro che amo mi ruba sempre più tempo e, son sincero, quando ho qualche minuto libero, preferisco passarlo con la mia morosa. Allora la preparazione comincia a farsi un po' raffazzonata, le tabelle precise e scientifiche vengono sostituite da pochi allenamenti a caso e tanta avventurosa volontà. Sembra strano ma così facendo, riesco a portare a casa lunghi fino a 30,5 Km, con gran soddisfazione. Poi però arriva l'imprevisto col lavoro e ad Atene non si può più andare, la Maratona se la voglio fare, devo anticiparla di due settimane, a casa mia, Torino. Ci provo, penso di poter buttare altra buona volontà, ma il giorno del lungo da 34 Km arriva la faticosissima disfatta. Le mie gambe mi mollano. Al 26esimo Km non riesco più a correre, mi dico "cammino un po' e poi riprendo", ma dal 30esimo non ci sono nemmeno più con la testa e le mie gambe non se la sentono neanche di camminare. Mi fermo. Sono lontano chilometri e chilometri da casa, la mia unica speranza di portare a casa la pelle è telefonare a casa. Provo e riprovo ma nulla. La mia suddetta morosa è sotto la doccia che canta, prima, e nel salotto che ascolta la musica ad alto volume, poi (forse non avrei dovuto dedicarle tutto quel tempo). A fatica mi trascino fino al Po (insultando qualsiasi cosa o persona mi si pari davanti "stupido lampione! vecchia maledetta!") e penso quasi quasi di buttarmi nel fiume, da quanto son triste. E alla fine vedo casa. Depresso decido di non correre più per un po' (e forse manco ce l'avrei fatta) e maledico quella stupida corsa che mi fa sentire così felice.
E niente questa storia non ha lieto fine.
Però, ha un però. Come mi insegna la mia morosa che non sente il telefono (o spera che mi butti nel Po), bisogna cercare di vedere il lato positivo delle cose o cercare di rovesciare quello negativo. Eh già, perché l'allenamento per la Maratona mi ha permesso di fare qualche garetta più breve, in scioltezza, portando a casa il mio personal best sui 10 Km e sulla Mezza.
E domenica non sarò in gara ma sarò all'arrivo ad aspettare due miei amici, con delle birre in mano, a fare il tifo per loro.
Buone sconfitte a tutti.
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