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LA BASE VITA

Per chi non è avvezzo alle gare di endurance, ultra trail o simili occorre dare una definizione di base vita:
è quell'oasi che ti scandisce , ti frammenta la lunga distanza e ti permette di correre a step una quantità di km.
Caratterizzata quasi sempre dal cancello orario (tempo stabilito per raggiungerla oltre il quale si viene squalificati), spauracchio dei trailers, almeno per quelli della coda che sono i veri eroi, quelli che stanno ore e ore sulle gambe; alla faccia dei TOP che ci impiegano la metà delle ore.
Come ultra trailer (cosi vengo menzionato con tanto di punteggio ITRA e DUV) nel corso di queste gare e in tutti questi anni, ho avuto modo di frequentare tutte le zone della lunga fila dei partecipanti, dalla coda alla testa.
A seconda della posizione si provano esperienze e situazioni completamente differenti fra di loro in quanto occorre considerare il diverso livello dei partecipanti.
La parte più faticosa e divertente è la coda della fila dei trailers, ripeto che in questa zona ci sono gli eroi, quelli che ce la fanno, quelli che fanno fatica.
Sono quelli che hanno fatto dei sacrifici (sacrificio è una parola grossa! Nessuno ci obbliga, è comunque faticoso e impegnativo preparare una gara di quell'entità) per correre ore e ore, stare sulle gambe e magari dover affrontare una o due notti senza dormire e cercando di corricchiare.
Tornando alla base vita quando la frequenti con la coda è davvero un girone dantesco.
Qui non ci sono i "personal assistant", si fa tutto da soli.
All'ingresso ti chippano e poi entri nella struttura che può essere un gazebo, una tensostruttura, un rifugio, malga o riparo di montagna.
Vieni subito assalito da odori di cucina dove l'odore del dado della minestrina la fa da padrone.
Ma il peggio sono gli odori di canfora, arnica e unguenti di prodigi druidi che si mescolano fra loro creando un'orgia di odori.
Qui la coda si rimette in sesto lo stomaco, l'abbigliamento, si aggiusta la meccanica e tutto rigorosamente self made.
Dopo aver fatto un po' di coda per essere servito ti mangi una minestrina con tanto di pastina e pane per dare un tono ai carboidrati, di fianco ti puoi trovare chi bellamente si cosparge di vaselina; può capitare che qualcuno si senta male grazie allo sforzo , un colpo d'aria , la mala digestione. Ho visto chi si abbuffa come se fosse un banchetto di nozze, chi fa richieste impossibili ai volontari, poi ci sono gli improvvisati chirurghi che compiono delle vere e proprie operazioni in prevalenza ai piedi e alle unghie martoriate dai chilometri macinati. Qui volano i Compeed tra un tavolo e l'altro, aghi, mercuro cromo, bende, forbici, coltellini e bisturi.
Indipendentemente dalle tre zone (testa, pancia, coda) le norme igieniche in queste aree sono bellamente dimenticate; si arriva sudati e magari bagnati fradici e infangati con le mani che chissà cosa hanno visto e ci si butta a capofitto sui vassoi delle solite cibarie: ripeto che sono decine le ultra che ho corso ma le basi vita mi hanno offerto sempre e solo le stesse libagioni:
dai biscotti del discount, alle crostate dei discount, fette biscottate e marmellata dei discount, la nutella (quella vera!!!), frutta secca e disidratata,
il salato non è mai abbondante e generalmente si manifesta come pezzetti di formaggio e cubetti di affettato misterioso. Come "appena cucinato" abbiamo le già menzionate minestrine molto utili contenendo sale e carboidrati, sono bollenti e ustionano ma scaldano specie durante la notte
e viene servita anche la pasta che può essere in bianco oppure col sugo con grandi spolverate di simil grattugiato.
Le basi vita che preferisco sono quelle gestite dagli alpini dove le porzioni non esistono e se riesci a finire un loro piatto di pasta finisci riverso su una panca a comporre delle vere e proprie sinfonie coi rutti , dove per altro sono ammessi e concessi. Generalmente gli alpini hanno in serbo del caffè caldo fatto con la moka e come da tradizione e su richiesta sottobanco il grappino.
Inoltre preferisco le basi vita su territorio italiano dove la pasta viene servita ad un punto di cottura mangiabile; ho dovuto mangiare paste in territori stranieri che erano praticamente deflagrate.
Ma farei una speciale menzione a tre bevande onnipresenti:
la coca cola , panacea di tutti i mali, proprietà di sturare qualsiasi stomaco otturato da qualsiasi cosa, toglie la nausea e fa tornare la fame, ritorna l'energia e , in caso di abbiocco, fa rimanere svegli;
il the caldo, ormai la lingua e il palato sono abrasi dalla minestrina e il the bollente scivola nell'ugola senza accorgersi, la quantità di zucchero presente fa salire il tasso glicemico e bisogna fare attenzione;
i Sali minerali , questi sconosciuti , mi è bastato prenderli una sola volta per correre... per correre dietro una pianta.
La base vita principale è quella a circa metà percorso dove c'è la possibilità di spedire una sacca con le proprie cose.
Ricordiamoci sempre che siamo nella coda della gara; dalle sacche può emergere una caffettiera; apparecchiature elettroniche di ogni genere (ricarica cellulari, lampade frontali, orologi gps), abbigliamento del tutto inadatto al contesto ma anche dei sani e rigeneranti "ricambi" di maglie, pantaloni e calze (gli unici tre component veramente essenziali).
Aleggia la fratellanza dei trailers e specie durante la notte si cerca di correre insieme e nelle basi vita ci si aspetta prima di uscire e di affrontare la notte e il suo buio.
In questa zona i trailers non hanno grande velleità di tempo e i minuti non sono fondamentali, l'importante è resistere ed essere finisher entro il tempo massimo.
Partecipando alla pancia della gara all'interno della base vita quello che cambia sono i tempi con cui si mangia, ci si cambia; qui il tempo conta, i minuti sono fondamentali, non ci si siede per mangiare, non esiste la coda per essere serviti ma si sgomita.
Si sfiora il semi-professionismo ma continua ad esserci una buona parte di self-made a parte alcuni casi di mogli/compagne sante pronte a servire il loro eroe facendo patire tutti i sensi di cui sopra ho descritto.
Generalmente si mangia camminando e uscendo dalla base vita e si corre insieme solo se non ci si deve aspettare e se, concezione astrale, si ha lo stesso passo.
Per l'elite, i top che compongono la testa della gara la base vita è come i box per le gare di formula uno: il trailer non deve fare altro che muovere le mandibole per mangiare e i personal assistant provvedono al cambio borraccia, materiale nello zaino, massaggi, running motivator, piccola seduta psicologica, il tutto entro pochi minuti.
Il PRO arriva in base vita è ha a disposizione il "suo" cibo già preparato e dosato e comunque essendo nella testa i passaggi dei corridori sono pochi e i vassoi ancora intonsi, la pasta appena scolata, panche riservate e via discorrendo anzi e via correndo.
Queste esperienze si possono raccontare solo per sentito dire o per i video che vengono registrati.
Ma credetemi la base vita sarà una delle poche ragioni che vi permetterà di proseguire una gara, un sorriso e due chiacchiere con gli ammirevoli volontari e si è pronti a ripartire!

runnerpillar.com, 23 agosto 2018

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Be?, che bella esperienza che dev?essere.
Laura Falco, 23 agosto 2018

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