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Esco sul terrazzo per tastare il meteo, freddino e al mio rientro sarà anche buio meglio un antivento.
Il tempo di scaldarsi un paio di chilometri è sono già nel mio parco.
Conosco ogni particolare, ogni angolo di quel parco, l'ho personalizzato balisando un giro dai 100 metri al chilometro; ancora un chilometro attorno alla tettoia per riscaldarsi.
Incontro il mio solito compagno di allenamento jamaicano dalle gambe lunghe e faccio fatica a stargli dietro:
Ciao Garax come stai? Che devi fare stasera? Ciao Kalou faccio una quindicina in progressione mi sa che allungo fino alla Pellerina e tu? Qualche ripetuta veloce e allora mi sa che ci vediamo domani.
Salgo in passerella per non attraversare la strada, il solito gruppetto di ragazzi: ciao zio corri, corri ma corri tutte le sere? Ciao ragazzi ci vediamo anche domani; ci sono sempre anche loro e non sono lì a vendere gel isotonici.
Le gambe girano bene, mi voglio spingere fino alla Pellerina, in giro non c'è nessuno, pochissime auto e le strade le attraverso al volo, semafori tutti verdi; voglio fare almeno due giri del perimetro esterno un pò tirati, vorrei accennare un passo a 4'30" ma iniziamo con la progressione e vediamo come si procede.
Nessuno in giro, persino l'aria che si respira è più leggera, non c'è smog, sono leggero anche io. Il perimetro del parco stasera non è frequentato dalle solite signorine; mi sa che ci esce un venti chilometri e via con tre giri. N-E-S-S-U-N-O nemmeno un cane sguinzagliato da scansare, un vero lusso ma meglio rientrare e mancano cinque chilometri per tornare a casa.
I semafori continuano ad essere verdi, l'orologio bippa in continuazione sono sempre troppo veloce.
Lo sapevo il ginocchio me la fa pagare inizia a farmi male, un male diverso e più acuto, il movimento si fa meno fluido, la gamba si piega a fatica, devo fermarmi e provare a sbloccarlo "a mano", non riesco nemmeno a camminare, sono senza telefono, zoppico e cammino, non so quanto tempo impiegherò a entrare nel mio parco. Due chilometri e mezzo e sono arrivato, che spettacolo di vista con in lontananza Superga e la collina illuminate; mi devo fermare non riesco a camminare, mi sorreggo al mancorrente della passerella; una brutta umidità mi investe e ho freddo, ma cosa vuoi che sia sono vicino a casa, in città, mica in cima a chissà quale montagna. Maledetto ginocchio e maledetto me, dovevo andare più piano e fare meno chilometri. Mancano due isolati e fra mille pensieri non mi accorgo di corricchiare, il maledetto si è ripreso e arrivo al portone, sono senza chiavi come sempre. Citofono e Ely non risponde; ho freddo, il sudore gelato sulla schiena e suono a tutti i vicini che conosco ma non c'è nessuno, a fatica faccio il giro dell'isolato per entrare dal garage, i negozi sono chiusi e....
mi sveglio di soprassalto tutto sudato capisco dove sono e #iorestoacasa
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