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Se pensi di poter terminare 70/80/100km di distanza con migliaia di metri di dislivello solo allenandoti ti sbagli.
Senza motivazione "parti per scalare le montagne e ti fermi al primo ristorante" (cit).
È proprio così. Quando smetti di godere di correre fino allo sfinimento perché non ti fa più felice, è tempo di spingersi in quei luoghi bui dentro te stesso, dove la vanità e le menzogne non riescono più a mettere a tacere la domanda: "perché lo fai?!"
NON C'È MOTIVO SENZA MOTIVAZIONE.
Ho corso fino a 115km con 6000 m. di dislivello, senza domandarmi cosa mi spingeva a farlo. Il PERCHÉ era: vedere se sarei riuscito. Allenamenti su allenamenti, km su km, senza musica, solo io e la montagna, senza farmi domande, solo perché, il perché c'era.
Perché non esploravo il mondo ma stavo esplorando me stesso. E mi bastava.
Per questo ripetere in allenamento 3 volte la stessa montagna da 1000m. non era poi un problema così grande. Ma...
Ma quando finisce l'esplorazione, finisce la benzina.
Mi sta succedendo questo, sono un comune mortale e non posso trovare motivazione nel cronometro, non nelle ultra trail. Mi alleno per sopravvivere, per resistere per non mollare.
NO ESPLORAZIONE, NO AVVENTURA. NO AVVENTURA, NO DIVERTIMENTO.
Come fare se la montagna più vicina a te, quella dove puoi allenarti è solo un cumulo di sassi alta poco più di 1000m?!
Dove trovare la forza, la voglia, la determinazione di accumulare saliscendi da 700m. in cerca di un dislivello apprezzabile?!
Non bastano più obiettivi altisonanti e medaglie luccicanti da un certo punto in poi, senza un perché non c'è bellezza intorno a te (degna strofa per il prossimo Sanremo)
Eppure nella testa si affollano immagini ed emozioni indelebili di viaggi che solo la corsa in montagna mi ha regalato. In tutte le foto di paesaggi impresse nella mia memoria, in tutti gli scorci unici dei tracciati di gara e non, non ci sono solo sofferenza, non solo fatica, non solo sfida. Di fronte a me non c'erano solo rocce disordinate, di fronte ai miei piedi non solo radici pronte ad uccidere nella notte, quelle luci lontane chilometri a fondo valle non erano solo l'arrivo. Se non riesci a godere di ciò che ti circonda , se a renderti ceco non è solo il sudore nei tuoi occhi, stai pur certo che non andrai lontano.
Nei trails, nelle ultra trails, non si afferma la propria forza, ma s'impara a danzare con la montagna, a flettersi come esili larici, a strisciare come laboriosi vermi, senza mai fermarsi.
Se non hai un buon motivo per partire, non partire amico, perché la fuori troverai solo l'inferno. Trova il tuo motivo, stampatelo bene in testa e mi raccomando che sia ben solido.
Ecco allora che fango, roccia, pioggia, neve sono solo un sottile strato che ti divide da un viaggio unico, ecco allora che quel fottuto cumulo di pietre dietro casa diventa il biglietto per il Paradiso, e di colpo noterai ostinate violette tra la sabbia rossa, processionarie festose godere della primavera anticipata, un timido cinghialetto osservare perplesso il tuo goffo incedere tra i tuoi sogni.
gianmarco bardini, 22 febbraio 2024
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