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Il Profeta Matteo Bergamino: gli infortuni e la performance

Per molti di noi sei il Profeta, per come guarisci i nostri infortuni, ma il modo corretto e professionale per definirti qual è? Di cosa ti occupi in Runnerpillar?

Buongiorno RP, ormai sono passati 3 anni da quando sono entrato a far parte di questa magnifica famiglia. In questo tempo ho avuto modo di seguire alcuni di voi dal punto di vista riabilitativo per varie problematiche legate alla corsa. Sono infatti un fisioterapista specializzato in riabilitazione dei disordini muscolo scheletrici ed in particolare di quelli legati al mondo del running.
L'appellativo "il Profeta" mi fa sempre sorridere. Se da una parte il mio lato umile pensi: "cavolo, è un soprannome davvero importante, veramente l'hanno dato a me?". Dall'altra, la mia parte razionale e scientifica ribatte: "tieni bene a mente che non c'è nulla di magico in ciò che fai e che non sei un 'guaritore', il tuo compito è quello di aiutare a prevenire gli infortuni e, nel caso in cui questi compaiano, di 'accompagnare' la persona nel tornare alle sue attività di valore, nel nostro caso correre."
Penso che chi di voi mi ha dato fiducia (e per questo vi ringrazio) in questi anni lo abbia capito bene: io posso dirigervi verso una più corretta gestione dei carichi di corsa, verso la guarigione dei tessuti corporei, verso il recupero della forza o della mobilità, ma i principali protagonisti del recupero rimarrete sempre voi stessi!

So che sei un fautore del minimalismo. Ci puoi spiegare brevemente cos'è e perché è importante?

Parlando di scarpe, il minimalismo è un indice che ci dice quanto la calzatura che indossiamo si avvicina, per caratteristiche, al non indossare una scarpa. L'indice di minimalismo è una scala che va dallo 0% al 100%, dove lo 0 rappresenta una calzatura che influisce molto sulla camminata/corsa naturale (scarpone da sci per intenderci), mentre la scarpa che tende al 100% simula maggiormente la corsa naturale (a piedi nudi).
Al giorno d'oggi abbiamo abituato il nostro piede a rimanere costantemente all'interno di scarpe massimaliste (bassa percentuale sull'indice di minimalismo), solo che così facendo lo proteggiamo molto, impedendo allo stesso di sviluppare una buona muscolatura/sensibilità. Inoltre diversi studi indicano come la corsa con scarpe minimaliste promuova una biomeccanica naturalmente più protettiva cambiando automaticamente, in buona parte delle persone, alcuni parametri di corsa. In pratica la scarpa minimalista ci permette di sfruttare le nostre strutture del corpo per ammortizzare, non permettendo di affidarci sulla protezione data dalla scarpa.
Se invece parliamo di minimalismo in senso lato potremmo intenderlo come il vivere o lo svolgere attività senza oggetti o materiali superflui, ma qui si aprirebbe un dibattito che potrebbe durare giorni.

A proposito di performance, so che ti basi sul test del lattato. Perché è così influente nella preparazione di un atleta endurance?

Il test del lattato è una delle metodiche più affidabili e a costo accessibile per definire le proprie zone di allenamento. Il nostro corpo, a seconda dell'intensità (velocità) dell'esercizio, utilizza diverse vie (semplificando esse sono il metabolismo aerobico ed anaerobico) per produrre l'energia necessaria a sostenere l'attività che stiamo svolgendo. Più stiamo correndo velocemente, e quindi più stiamo facendo fatica, più la produzione di energia sarà a carico del sistema anaerobico. Facendo un piccolo prelievo ritroveremo una maggior quantità di lattato nel sangue rispetto ai livelli base o di minor fatica. Con il test del lattato possiamo definire nella singola persona a quale intensità e livello di fatica si sta attivando maggiormente l'uno o l'altro sistema, proprio perché i sistemi sono legati alla quantità di lattato che si ritrova nel sangue. Facendo questo test è possibile trovare la soglia aerobica e la soglia anaerobica dell'atleta, definirne le zone di allenamento e stilare quindi in modo più accurato la preparazione da sostenere a seconda della prestazione a cui ci si vuole preparare. Un atleta di endurance avrà bisogno di allenarsi la maggior parte delle ore a bassa intensità, quindi sotto la soglia aerobica definita dal test.

Infine, cos'è per te la corsa?

Se dovessi rispondere con una parola penso che userei "libertà". In realtà è molto di più, la corsa mi ha insegnato che non tutto può sempre andare come avevamo previsto, che con un po' di perseveranza possiamo ambire ad obiettivi che pensavamo impossibili; oppure mi ha insegnato che si possono visitare città come Roma in 2 orette (musei esclusi) ad impatto zero. Un altro motivo per cui corro e faccio sport in generale è la diminuzione del rischio di sviluppare molte patologie, e poi voglio scoprire se riuscirò a farlo anche in età avanzata! Infine le migliori idee che ho avuto e molte delle decisioni più importanti della vita le ho prese correndo, insomma, non vedo motivi per smettere!

Luca Utzeri, 06 gennaio 2025

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